Stalking e il ruolo della legge: una riflessione attraverso la serie Netflix “Baby Reindeer”

di Adriano Izzo, Avvocato civilista e Presidente della Fondazione Gennaro Santilli,

La serie Netflix “Baby Reindeer”, vero e proprio fenomeno globale, ha il raro potere di toccare alcuni fili conduttori comuni a tutti noi, stimolando una riflessione sul disperato bisogno di attenzione e approvazione che oggigiorno, per alcuni, viene soddisfatto attraverso la ricerca ossessiva di like ai post pubblicati sui vari social network.

In un'epoca come la nostra, nessuno di noi è esente da questa riflessione. Siamo così immersi in una cultura basata sull'apparenza che non riusciamo a notare la fragilità di questa forma di autorappresentazione, che premia l'esibizione del lato migliore di noi stessi, spesso inesistente o con un volto completamente diverso.

Ma cosa c'entra tutto questo con "Baby Reindeer", che presumibilmente è una serie sullo stalking?

Ha molto a che fare perché lo stalking è un espediente narrativo per introdurci nelle profondità più oscure della psiche del suo protagonista, per il quale la definizione di vittima di stalking è certamente calzante ma ci fornisce solo una parte della sua vera natura e identità.

"Baby Reindeer" è una miniserie Netflix del 2024, creata, scritta e interpretata da Richard Gadd e basata sul suo omonimo one-man show, ispirato a eventi reali vissuti dallo stesso Gadd.

Donny è un giovane barista e aspirante comico poco più che trentenne che si ritrova coinvolto in una situazione di stalking quando incontra Martha (interpretata dalla talentuosa Jessica Gunning). Da quel momento, Martha inizia a inviargli un numero eccessivo di messaggi ed e-mail, convinta di avere una relazione con lui. Le azioni invasive di Martha non finiscono qui: inizia a molestarlo sessualmente, risvegliando in Donny i ricordi di un trauma subito molti anni prima.

È proprio questo trauma e la sua elaborazione postuma a offrirci una chiave interpretativa del dramma che sta vivendo Donny, solo in parte riconducibile al suo molestatore. Un viaggio nell'abisso che genera disagio misto a una sorta di compassione verso il protagonista e le sue vulnerabilità, figlie del nostro tempo e di una cultura tossica in tema di successo e realizzazione personale.

La serie televisiva è un'occasione di riflessione giuridica sul fenomeno dello stalking e sulle misure previste dal legislatore a tutela delle vittime.

Il termine stalking (dall'inglese "to stalk", che significa seguire, molestare) rappresenta una forma di aggressione messa in atto da uno stalker che si intromette ripetutamente, indesideratamente e in modo distruttivo nella vita privata di un altro individuo, causando a quest'ultimo gravi conseguenze fisiche o psicologiche.

Con il termine stalking si intende quindi la condotta tipica di chi perseguita un'altra persona allo scopo di tormentarla e renderle la vita impossibile, attraverso comportamenti molesti e molesti che diventano continuativi e finiscono per costituire gravi e sistematiche violazioni della libertà personale.

Generalmente siamo portati ad associare la vittima di stalking alla figura femminile, ma le cronache e le sentenze dei tribunali dimostrano la trasversalità del fenomeno, che purtroppo colpisce anche gli uomini, spesso meno propensi a denunciare e a chiedere aiuto in nome di una cultura che li considera il “sesso forte”, capace di risolvere autonomamente i propri problemi.

A livello europeo, lo stalking è considerato un reato e riconosciuto come una forma di violenza di genere. L'Unione Europea ha adottato varie misure e politiche per combattere lo stalking e proteggere le vittime. Ad esempio, la Direttiva 2011/99/UE stabilisce standard minimi per i diritti e la protezione delle vittime di reati, tra cui lo stalking.

La direttiva 2011/99/UE, basata sul principio del riconoscimento reciproco, disciplina l'ordine di protezione europeo con l'obiettivo di garantire che le misure adottate per proteggere una persona da atti di rilevanza penale, che possono ledere o mettere in pericolo la sua vita, l'integrità fisica o mentale, la dignità, la libertà personale o l'integrità sessuale, siano mantenute anche se tale persona si trasferisce in un altro Stato membro (art. 1). In particolare, l'ordine di protezione europeo può essere emesso se la persona che beneficia della protezione decide di risiedere o soggiornare in un altro Stato membro (art. 6).

Si ricorda che il riconoscimento reciproco delle misure di protezione in materia civile è invece garantito dal Regolamento n. 606/2013 del 12 giugno 2013. La misura assicura che le misure che impongono a una persona che determina il rischio, al fine di proteggere un'altra persona, il divieto di qualsiasi contatto o il divieto di avvicinarsi alla persona protetta entro un perimetro definito siano rispettate in tutti gli Stati membri.

In vari paesi europei, ci sono leggi specifiche che puniscono lo stalking e offrono misure di protezione alle vittime. Queste leggi possono variare, ma spesso includono ordini di non contatto, ordini restrittivi e programmi di trattamento per i perpetratori.

L'Europa ha anche promosso campagne di sensibilizzazione e formazione per aumentare la consapevolezza sullo stalking e incoraggiare le vittime a denunciare. Inoltre, sono stati istituiti servizi di supporto e linee telefoniche di emergenza per assistere le vittime.

Negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito sono state emanate specifiche leggi anti-stalking.

Tornando alla serie Baby Reindeer, il protagonista riesce a denunciare la sua molestatrice e a farla condannare. È la fine di un incubo ma, è utile ricordarlo, Baby Reindeer non è propriamente una serie sullo stalking e Donny, dopo essersi finalmente liberato dal suo aguzzino, non è ancora al sicuro.

FOTO: La serie Netflix “Baby Reindeer”

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